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Dobbiamo salvarli dal mondo che abbiamo distrutto e ce lo stanno già chiedendo in tutti i modi

Ci sono animali su questa terra comparsi migliaia di anni prima dell'uomo. Quando da scimmia, l'essere umano è diventato tale, cioè Homo Sapiens, circa 200.000 anni fa, sul pianeta era già presente praticamente qualsiasi altro tipo di animale. Canidi, felini, pesci, rettili, volatili, insetti, c'era già tutto, ed in buona parte si è poi estinto per mano del "super predatore" uomo. E questo continua a succedere.

In questi 200 mila anni gli umani hanno fatto di tutto, evolvendosi soprattutto cerebralmente e tecnologicamente, ma seppur in maniera meno percepibile anche nell'aspetto. Alcuni studi infatti, considerando le attuali abitudini, ipotizzano per il futuro un umano più basso, leggermente ingobbito, con occhi più grandi, e dita più lunghe, a causa dell'utilizzo di dispositivi di vario tipo.

Abbiamo terra-formato il nostro pianeta secondo le nostre necessità, prosciugandolo delle sue risorse, riempiendo la bolla in cui siamo chiusi (l'atmosfera) di gas nocivi, compromettendo la vita di tutti gli altri esseri viventi che lo popolano. In alcuni casi delle specie si sono evolute grazie a caratteristiche più favorevoli ai cambiamenti climatici, in altri intere specie si sono estinte o stanno per estinguersi.

L'animale simbolo da cui sono partite varie battaglie per gli animali è l'orso polare, utilizzato tra gli altri dal WWF. Ma sono molte altre le specie altamente minacciate, decine, se non centinaia, dall'operato dell'uomo. E riguarda sempre più tipi di animali.

Attenzione: immagini sconsigliate a un pubblico sensibile.

Rimozione di una cannuccia di plastica dal naso di una tartaruga marina.

Se le risorse naturali iniziano a scarseggiare per chi in teoria ha costruito il mondo secondo le sue necessità, cosa starà succedendo per chi invece non ha potuto farlo, come alcune popolazioni di determinate aree geografiche e molte specie animali?

La risposta è da sempre la migrazione, che nella normalità spinge a spostarsi per cercare le risorse, ma molti animali stanno iniziando a interrompere questa routine, che continuava in alcuni casi da milioni di anni, come alcune specie di uccelli.

I grandi branchi vengono ogni anno decimati dalle risorse insufficienti, con estati sempre più lunghe e aride, e inverni sempre più brevi e asciutti. Le precipitazioni sono rare e intense, causando enormi danni alla flora e di conseguenza alla fauna.

Timelaps della deforestazione in Amazzonia.

Le risorse disponibili, soprattutto in caso di carenza, sono reindirizzate dall'uomo a se stesso, e per la fauna selvatica diventa molto difficile sopravvivere, tra cambiamento climatico, deforestazione, cementizzazione e sfruttamento delle risorse.

Così gli animali selvatici si avvicinano sempre di più all'uomo, che temono, ma che rappresenta in molti casi l'unica possibilità di salvezza. Sono centinaia i video, le foto e le testimonianze di animali in ogni angolo del mondo che approcciano ai contesti urbani per la sopravvivenza. Come i cinghiali nelle città, i lupi, i cervi e cerbiatti e vari altri tipi di animali a seconda del contesto geografico.

Associazioni animaliste, volontari, a volte le istituzioni e normali cittadini dotati di sensibilità, cercano di intervenire a vari livelli, ma purtroppo la sensazione comune è che ormai ci sia ben poco da fare. È più che altro un dimostrarsi contrari alla politica dell'uomo e solidali agli animali.

Ma quindi cosa fare per salvarli realmente e non solo per lavarsi la coscienza?

Le buone pratiche per provare a migliorare questa situazione le sentiamo ripetere in continuazione, ed in più contesti, diventando così una sorta di filastrocca senza seguito. In questi discorsi c'è la rivalutazione dell'utilizzo delle risorse, la salvaguardia delle specie in via di estinzione, il cambiamento delle abitudini alimentari ed economiche, e in generale una rivalutazione della posizione dell'uomo sulla terra.

In una visione fantascientifica dell'uomo a impatto zero sul pianeta, dovremmo vivere in bolle isolate dal resto dell'atmosfera, con dei filtri per i gas in uscita. Dovremmo ripensare completamente il sistema economico, basandolo sulla sufficienza e non sul profitto, come il sistema alimentare. Abbiamo trasformato il mondo in un maxi supermercato, non può più funzionare.

Gli altri animali sarebbero liberi di riprendersi i loro territori. Il clima del pianeta farebbe il suo normale corso, influenzato il meno possibile dall'impatto dell'uomo. L'uomo stesso dovrebbe rivalutare la propria esistenza, fondandola sulla consapevolezza e non sull'ambizione.

Animali nelle città durante il lockdown per il Covid19

Purtroppo però tutto questo non è altro che buon materiale per un film o interessanti discussioni da salotto. Serve qualcosa nel quotidiano per aiutare nel pratico chi sta soffrendo di più questa situazione, e spesso sono piccolezze.

Qualche esempio?

Fai bene la raccolta differenziata. Non per le multe, o almeno, non solo. La plastica ad esempio, se non correttamente smaltita, finisce in sistemi di smaltimento che la liberano nell'ambiente, nell'atmosfera, nelle falde acquifere, e te la mangi letteralmente, sotto forma di microplastiche. Per non parlare di quelle che si mangiano gli animali acquatici, ritrovati pieni di reti, tappi e rifiuti vari nello stomaco. O in cui rimangono intrappolati. Non cambierai da solo il mondo, ma contribuirai a far si che una tartaruga marina non finisca legata dalle reti di plastica o con lo stomaco pieno di rifiuti.

Mangia meno carne se ti è possibile. Purtroppo è radicato nelle nostre abitudini. Da quando abbiamo scoperto che possiamo mangiarci altri animali senza conseguenze di salute se prima li cuociamo, ad oggi che coltiviamo animali nei capannoni come fossero piante in serra. La carne, soprattutto certi tipi, è altamente cancerogena, e la sua produzione ha un impatto sul pianeta equiparabile solo all'inquinamento delle grandi industrie. Questo non basterà a cambiare le sorti del pianeta, ma meno richiesta di nuggets porterà ad aver meno polli che nascono, crescono e muoiono (in 2-3 mesi) dentro una gabbia, senza manco imparare a camminare.

Attenzione: immagini sconsigliate a un pubblico sensibile.

Allevamento intensivo di galline da uova in gabbia (Giappone)

Crea vegetazione, se ne hai la possibilità. E prediligi piante che non hanno bisogno di molte risorse, tipo acqua o fertilizzanti. Le coltivazioni ad opera dell'uomo nel mondo sono principalmente di agricoltura intensiva con l'utilizzo di molti fitofarmaci, con cicli ridotti al minimo per massimizzare i profitti. Nel frattempo i pochi polmoni verdi del pianeta sono in costante riduzione e per fermarlo gli attivisti devono farsi letteralmente investire dai caterpillar. Se fai crescere qualcosa, non cambierai il mondo, ma immetti un pochino d'ossigeno e bruci un po' di CO2.

D'estate, lascia sui terrazzi, balconi, o nei posti dove hai notato fauna selvatica dell'acqua. Ciotole o abbeveratoi di qualsiasi tipo. In alcuni mesi particolarmente privi di precipitazioni gli animali muoiono letteralmente disidrati.

Rispetta la natura e gli animali, che vivono su questo pianeta da migliaia di anni prima di noi. Questo vuol dire tutto e niente, ma preferiamo concentrarci sul tutto. Se vai a fare una passeggiata e ti imbatti in qualche animale selvatico, fai finta che non esista, lascia che faccia ciò che deve fare senza interagire. Hanno migliaia di anni di esperienza che inquadrano l'uomo come super predatore. Qualsiasi animale al mondo ha paura dell'uomo, perché con le sue capacità cognitive è in grado di prevalere su ogni altra specie. Dimostriamolo, ma con onore e coscienza.

Sentiti in colpa. Non sei il principale responsabile, anzi, fosse solo per te magari non saremmo arrivati a tutto questo. Ma nel tuo piccolo, ognuno di noi contribuisce a tutto ciò. Avere senso di colpa per ciò che succede porta ad autoanalisi, e quindi a trovare possibili alternative per alleviare la propria responsabilità e magari fare anche qualcosa per rimediare in qualche modo.

Nel video: animali disidratati chiedono aiuto a umani.

Una soluzione definitiva, una pratica da attuare assolutamente, una risposta universale, per affrontare questi problemi non c'è, o comunque si compone di teorie e buone pratiche, che però difficilmente riescono ad essere attuate e danno risultati locali, temporanei. Ma meglio che non fare niente, e continuare, o peggio, incrementare il peso della nostra presenza sul pianeta, per la natura, per gli animali, e per i nostri simili.

Quindi, commuoviamoci pure per il Koala salvato da una turista durante un incendio in Australia, ma con la consapevolezza che è un po' anche colpa nostra. Come reagisci quando ti senti in colpa, questo deciderlo tocca a te..


Un Koala aiutato da una turista durante un incendio in Australia.
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