Tifosi Israeliani del Maccabi aggrediti ad Amsterdam - Video e Dinamica reale

Lo sport, in particolar modo il calcio, rappresenta tramite il tifo un grande sfogo per migliaia, se non milioni, di persone nel mondo. I tifosi riflettono quindi le abitudini sociali di un territorio, e tal volta portano con se anche le battaglie e gli avvenimenti quotidiani di domini nazionale.

Cos'è successo ad Amsterdam

Il 7 novembre si è disputata ad Amsterdam la partita di Champions League tra la squadra israeliana del Maccabi Tel Aviv e l'olandese Ajax. La partita è finita 5 a 0 per l'Ajax, ma ha fatto parlare più che altro per quello che è successo fuori dallo stadio.

Molti giornali hanno, in parte giustamente, parlato di tifosi israeliani aggrediti. Questo è realmente accaduto, e si è trasformato nel post partita in una vera e propria "caccia all'ebreo", con cui però poco ha a che fare il tifo organizzato dell'Ajax.

Senza scendere nei particolari delle sfumature politiche dei tifosi della maggiore squadra di Amsterdam, bisogna sottolineare la sicura matrice nazionalista dei tifosi israeliani, che nel prepartita hanno scaldato gli animi con cori di matrice razzista e di cattivo gusto sulla Palestina. Tifosi che hanno già altre volte attirato l'attenzione per cori e striscioni razzisti.

Nello specifico, gira un video di alcuni tifosi del Maccabi Tel Aviv che scendono in gruppo in Metro cantando un coro contro la Palestina, che recita qualcosa a proposito delle scuole che a Gaza non ci sono più, perchè non ci sono più i bambini.


Nel pomeriggio per le strade di Amsterdam i tifosi del Maccabi si sono fatto notare distintamente, ad esempio per aver staccato alcune bandiere palestinesi attaccate fuori da abitazioni private.



I cori e le provocazioni sono continuate ovviamente dentro allo stadio, da entrambe le parti, ma sui social hanno iniziato a circolare molti contenuti pubblicati dai tifosi israeliani contro la Palestina, come la bandiera bruciata.

Questo ha generato una reazione tra alcuni tifosi sensibili alla causa, e persone esterne al tifo calcistico, che hanno dato vita, oltre alla contrapposizione mediatica con altre bandiere riprese mentre bruciano, a una sorta di "caccia all'ebreo" per le strade di Amsterdam.

Oltre allo scontro ideologico, sono avvenuti anche alcuni "normali scontri tra ultras", che hanno generato circa 50 arresti.


Ad avere la peggio sono stati i tifosi del Maccabi Tel Aviv, visto che hanno partecipato agli scontri anche fasce della popolazione slegate dalla questione calcistica ma coinvolte ideologicamente, ad esempio della comunità musulmana o attivisti pro-Palestina.

Le autorità olandesi ora fanno il mea culpa e si dicono indignati e vergognarsi di quello che è successo. Come in ogni stato con la stampa libera, si susseguono le polemiche e le seguenti indagini per cercare un colpevole.

La gestione degli spostamenti degli ultrà è una dinamica da sempre direttamente proporzionale all'esperienza e capacità di chi si trova a gestirla. Sicuramente le autorità di altri paesi hanno spesso dovuto organizzarsi per accogliere i famosi ultrà olandesi, ma come abbiamo detto anche quelli del Maccabi hanno spesso fatto parlare di se.

Questione che c'entrano poco con il calcio, e con lo sport, almeno apparentemente. E che sono parte del calcio da prima ancora che l'estenuante mercificazione e dominio del denaro. Da sempre il calcio, più di altro sport, è lo specchio della società, e certe dinamiche vanno previste, per quanto possibile.

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